Dio è il “capocomico” che sul palcoscenico dell’Universo convoca come interpreti i grandi personaggi della Bibbia. Uno spettacolo ironico ed intelligente che, parlando dei più antichi “attori” del mondo, parla anche un po’ di noi.
Evento a numero chiuso con prenotazione obbligatoria.
“Perché la teologia nuziale è così importante? Semplice domanda che mi suggerisce il libro che ho davanti. […] La sua lettura rivela che ci troviamo ancora davanti a una terra incognita inesplorata che potrebbe ben racchiudere preziose risorse per l’attuale ricerca antropologica. Non si devono infatti riprendere radicalmente, in prospettiva trinitaria e nuziale, le forti aspirazioni dei nostri contemporanei all’amore e alla libertà?”.
Abbiamo l’occasione di ospitare in Italia per un ciclo di conferenze la sociologa e giornalista tedesca Gabriele Kuby: una delle poche voci di peso internazionale, che si battono contro il relativismo occidentale odierno. A lungo impegnata nei movimenti studenteschi tedeschi sorti dal Sessantotto, Gabriele Kuby si è convertita al cattolicesimo nel 1997. Ha pubblicato undici saggi, diffusi e tradotti in tutto il mondo, tra cui ricordiamo “Gender Revolution – Il relativismo in azione” (2006) e “Die globale sexuelle Revolution” (2012), tradotto l’anno scorso anche in italiano. Nota per il suo indiscusso e incrollabile impegno nell’antropologia cristiana, è stata definita da Benedetto XVI: “Un’impavida guerriera che lotta contro le ideologie, che in ultima analisi condurranno alla distruzione dell’uomo”. Madre di tre figli, dice di sé: “Come sociologa osservo gli sviluppi della nostra società, come madre mi impegno per il futuro della prossima generazione, come cattolica cerco di vivere ciò in cui credo”.
“Dall’amore nessuno fugge”. È così sintetizzabile l’esperienza brasiliana delle prigioni APAC, che da 44 anni ha rivoluzionato il mondo delle carceri in Brasile.
Basato principalmente sulla responsabilizzazione e sull’aiuto fra i detenuti, sul coinvolgimento della famiglia e della società civile e sul reinserimento lavorativo, il “metodo APAC” è stato formulato dal giurista e giornalista italo-brasiliano Mario Ottoboni negli anni Settanta ed è diventato famoso in tutto il mondo per l’idea radicale, in alcuni casi realizzabile, di “carcere senza carcerieri”.
Attualmente le carceri con metodo APAC sono diffuse in Brasile ed in altri 13 paesi. Vi invitiamo a scoprire le ragioni di questo straordinario successo con i protagonisti di questa realtà.
Quale cultura sostiene questa legge? Quali bisogni e quali desideri pretende di soddisfare? Viviamo in un contesto sociale senza speranza in cui domina la paura di tutto ciò che non è controllabile e che può sconvolgere le nostre fragili ed illusorie sicurezze. Inoltre è completamente venuta a mancare la fiducia che qualcuno possa condividere la nostra sofferenza aiutandoci a coglierne il profondo significato di reciproca prossimità umana. Esistono tuttavia innumerevoli testimonianze di quanto l’affrontare assieme situazioni estremamente limitanti e dolorose apra a nuove possibilità di crescita personale e di amicizia, superando la cultura del l’eliminazione del limite e dello scarto della vita considerata inutile.
Sta scritto nelle nostre fibre più profonde il bisogno di una casa. Quella con il tetto e le mura entro le quali possiamo sentirci al sicuro e il luogo in cui siamo accolti quando attraversiamo delle difficoltà: il luogo in cui siamo curati nel corpo e nell’anima. A questo bisogno AVSI vuole dare ascolto e tenta delle risposte attraverso alcuni progetti che la nuova campagna sostiene.
A.LI.VE. Nata nell’ottobre del 2000, A.Li.Ve. è attiva nel repertorio corale con il Coro Voci Bianche-Ragazzi Cantori-Coro giovanile. Attualmente il coro è formato da circa centoquaranta cantori di età compresa tra i 5 e i 20 anni. Nell’ottobre 2007 è stata inaugurata la Scuola di Teatro e nell’ottobre 2013 la Scuola di Danza, entrambe per bambini e giovani che preparano gli interpreti degli spettacoli prodotti da A.LI.VE. Con il progetto Alivefestival si promuove la formula di opere liriche della tradizione opportunamente adattate all’esecuzione e alla fruizione dei bambini e nuove produzioni con titoli di autori contemporanei emergenti. Chitarrista: Claudio Moro Maestro del coro: Paolo Facincani
La FondazioneAVSI è una organizzazione non governativa, ONLUS, nata nel 1972 e impegnata con oltre 100 progetti di cooperazione allo sviluppo in 38 paesi del mondo, in Africa, America Latina e Caraibi, Est Europa, Medio Oriente, Asia. La campagna Tende di Avsi, realizzata in moltissime città italiane, e non, in occasione delle festività natalizie consiste in una vasta rete di attività a sostegno delle opere della Fondazione. Questo concerto di inserisce all’interno di questa iniziativa. La Campagna tende 2017-18 ha titolo La casa dov’è?.
I PROGETTI SOSTENUTI – SIRIA Ospedali aperti – IRAQ Un asilo per Qaraqosh – UGANDA Come a casa – ITALIA Portofranco. Aiuto allo studio
L’obiettivo del primo progetto è aprire le porte di tre ospedali (due a Damasco e uno ad Aleppo) a pazienti indigenti che non possono pagare le cure di cui hanno bisogno. Il secondo progetto intende assicurare un luogo di protezione ed educazione per i bambini, nell’accompagnare le famiglie di sfollati nel loro ritorno a casa nella Piana di Ninive. In Uganda Avsi, con i suoi partners locali, cerca di accogliere i rifugiati che continuano ad arrivare nel nord del paese dal Sud Sudan e a Kampala, in cerca di un posto dove poter “sentirsi a casa”. Portofranco, con sedi diverse in Italia, è diventato un luogo che favorisce l’integrazione e combatte la dispersione scolastica e la devianza sociale: segue e accompagna nelle difficoltà scolastiche gli studenti delle scuole superiori, sia italiani che stranieri, aiutandoli a studiare.